pomo della discordia

Il mito del pomo della discordia è uno degli episodi più importanti e significativi della mitologia greca, ed è il punto di partenza per comprendere le cause della famosa guerra di Troia. Un conflitto che, secondo la leggenda, coinvolse gli dei dell’Olimpo e che si svolse per dieci lunghi anni. Ma come è iniziato tutto? Il seme della discordia fu gettato da un gesto che sembrò, inizialmente, insignificante: il lancio di un frutto d’oro.

La creazione del pomo della discordia

Il pomo della discordia viene lanciato durante il matrimonio di Peleo (re dei Mirmidoni) e Teti (una delle Nereidi, divinità marine). Alla festa erano presenti tutte le principali divinità dell’Olimpo, tranne Eris, la dea della discordia. Offesa per l’esclusione, Eris decise di vendicarsi e, per farlo, lanciò un pomo d’oro nel bel mezzo della cerimonia. Il frutto era decorato con la scritta “Alla più bella”, che immediatamente creò una disputa tra le dee presenti, scatenando una lotta per il possesso del pomo.

Le tre dee invidiose

Le principali protagoniste del mito sono Afrodite, Era e Atena, tutte dee della mitologia greca che si consideravano la più bella e la più meritevole di ricevere il dono del pomo. La disputa era ormai aperta, ma nessuna delle dee voleva cedere. Era chiaro che nessuna avrebbe potuto vincere senza l’intervento di una figura imparziale.

Il giudizio di Paride

In questa disputa, il fato decide che il giudice sarà Paride, un principe troiano. Paride era noto per la sua bellezza, ma anche per la sua posizione di imparzialità, poiché non era stato coinvolto nel conflitto iniziale tra le dee. Le tre dee si avvicinarono a Paride, ognuna cercando di convincerlo a scegliere la propria causa.

  1. Era, la dea della famiglia e del matrimonio, gli offrì il potere assoluto, promettendogli di essere il re più potente del mondo, con il controllo su tutte le nazioni.
  2. Atena, dea della saggezza e della guerra, gli offrì la gloria militare, promettendo di aiutarlo a diventare il più grande dei guerrieri, vincendo in ogni battaglia.
  3. Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, gli offrì l’amore della donna più bella del mondo, Elena di Sparta, promessa sposa di Menelao, il re di Sparta.

Paride, attratto dalla promessa dell’amore di Elena, scelse Afrodite come la più bella tra le dee e le assegnò il pomo. Questa scelta, apparentemente innocente, scatenò una serie di eventi che portarono alla guerra di Troia.

Il legame con la guerra di Troia

La scelta di Paride di premiare Afrodite ebbe delle conseguenze devastanti. Elena, che era sposata con Menelao di Sparta, fu rapita da Paride, in seguito alla sua promessa d’amore. Questo atto violò le leggi dell’ospitalità e l’onore di Menelao, il quale, infuriato, chiese aiuto al fratello Agamennone, re di Micene, e ad altri sovrani greci. Fu così che si formò una grande alleanza di eserciti contro Troia. La guerra durò dieci anni, durante i quali si combatté senza sosta.

I Greci, guidati da Agamennone, tentarono di conquistare la città fortificata di Troia, mentre i Troiani, guidati da Ettore e protetti dal volere degli dei, resistevano. La guerra di Troia è una delle storie più celebri della mitologia greca e ha ispirato numerosi poemi epici, tra cui l’Iliade di Omero. La sua fine arrivò grazie all’inganno del cavallo di Troia, che permise ai Greci di entrare nella città e distruggerla.

Il significato del mito del pomo della discordia

Il mito del pomo della discordia e la conseguente guerra di Troia simboleggiano l’effetto che anche un piccolo gesto di gelosia e di competizione può avere su un intero mondo. L’esempio di Paride, che ha scelto l’amore fisico e superficiale (rappresentato da Afrodite) piuttosto che il potere o la saggezza, ci insegna come le passioni e le emozioni possano influenzare pesantemente le decisioni e determinare il corso della storia.

Simbolismo del pomo della discordia

Il pomo d’oro che lanciò Eris rappresenta la causa della discordia e della rivalità, elementi che sono comuni nella natura umana. Le dee stesse, pur essendo divinità, non sono immuni da sentimenti di vanità e rivalità. Il gesto di Eris e la scelta di Paride evidenziano come l’orgoglio e l’invidia possano distruggere l’armonia e portare al conflitto.

Curiosità sul mito

  1. Il cavallo di Troia: La guerra di Troia, che è un risultato diretto del mito del pomo della discordia, culmina nell’inganno del cavallo di legno, in cui i Greci si nascosero per entrare nella città. Questo stratagemma è uno dei più celebri nella storia della guerra e della mitologia.
  2. Paride e il suo giudizio: La decisione di Paride di assegnare il pomo ad Afrodite è stata interpretata da molti come una scelta di giovinezza e superficialità, poiché ha privilegiato l’amore sulla saggezza e sul potere.
  3. La guerra di Troia e la “Iliade”: Il mito del pomo della discordia è raccontato all’inizio dell’Iliade di Omero, che si concentra sui fatti principali della guerra di Troia.

Attività per studenti

  1. Discussione in classe: Organizzare una discussione su come le emozioni (come la gelosia o l’invidia) possano influenzare le decisioni e il corso della storia. Chiedere agli studenti di riflettere su eventi storici che sono stati causati o influenzati da tali emozioni.
  2. Raccontare una versione alternativa: Chiedere agli studenti di immaginare cosa sarebbe successo se Paride avesse scelto una delle altre dee invece di Afrodite. Come sarebbe cambiata la storia della guerra di Troia?
  3. Creazione di un “pomo della discordia”: Invitare gli studenti a creare il proprio pomo simbolico, scegliendo un oggetto che rappresenti un conflitto o una rivalità nella loro vita. Scrivere una breve riflessione su come gestire le proprie emozioni per evitare conflitti.

Conclusione

Il mito del pomo della discordia ci insegna quanto le decisioni, anche quelle che sembrano insignificanti, possano avere conseguenze devastanti. L’irruenza e l’emotività hanno il potere di scatenare conflitti enormi, come quello che portò alla guerra di Troia. Le rivalità e le competizioni, tanto tra gli dei quanto tra gli esseri umani, sono sempre state e continueranno a essere una parte fondamentale della nostra storia e della nostra cultura.

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