Una mappa è una rappresentazione grafica, formata da parole, immagini e/o simboli connessi tra loro. A scuola si utilizzano molti tipi di mappe.
Le principali tipologie sono due, ciascuna valida, ma ottimale per scopi diversi.
Indice dei contenuti
1. Mappa mentale
Parte da un’idea centrale, rappresentabile con disegni o sintetizzata in una parola-chiave, dalla quale originano idee, a loro volta espresse in parole o in immagini, che si dipartono tramite rami disegnati e orientati da noi sulla base di quello che ogni elemento evoca nella nostra mente, ossia per associazione. I rami si assottigliano allontanandosi dal centro; hanno colori per noi significativi e si legano a dettagli che rendono la mappa mentale uno strumento “tutto nostro”, personale, ed in ciò utile per assecondare l’espressione libera del pensiero. Si comprende perciò il motivo per cui nel contesto classe si adatti particolarmente ai momenti di brainstorming con i bambini, per raccogliere e dar forma a quello che viene loro in mente su un determinato argomento. Accoglie tutte le loro idee, senza badare alla coerenza che le lega all’oggetto della riflessione condivisa, permettendo di riconoscere pensieri ed emozioni che gli alunni desiderano spontaneamente condividere in gruppo, a partire da un nostro input iniziale. Non si tratta, dunque, di uno strumento che rappresenta le loro conoscenze in maniera organizzata.
Il seguente ne è un esempio nato durante un’attività di riflessione condivisa sull’argomento “gentilezza”, realizzato collettivamente in classe.
2. Mappa concettuale
Rappresenta graficamente le relazioni tra quanto è stato appreso su un determinato argomento. Si struttura per “nodi” solitamente ma non esclusivamente di forma rettangolare, ognuno contenente un concetto espresso in parola-chiave. Collega un nodo all’altro con frecce che indicano appunto le relazioni, esplicitate da parole-legame scritte sulle frecce stesse. Si parte da una domanda focale aperta che aiuta a concentrare l’attenzione sull’argomento da sintetizzare. Si procede poi per tappe: si mettono a fuoco i concetti; li si dispone in base alle connessioni che servono a spiegarli; si colleghiamo attraverso frecce e parole-guida che facilitano la lettura delle connessioni. La validità della mappa concettuale sta nel permettere di gestire le conoscenze da parte degli alunni su un preciso argomento, organizzando ordinatamente schematicamente il pensiero.
Eccone un esempio, benché certamente non perfetto, realizzato da un mio alunno.
Di fatto, dunque, le mappe concettuali possono dirsi più imperniate sulla creatività perché procedono secondo relazioni emotive ed evocative; quelle mentali hanno un’impostazione cognitiva e relazionale.
Personalmente, a scuola si utilizzano mappe che non é possibile definire né del tutto “concettuali”, né “mentali” nel senso stretto del termine. Un docente si trova infatti dinanzi all’esigenza di accogliere ciò che liberamente fluisce nel pensiero dei suoi alunni, considerando ciascun apporto che essi propongono; in un secondo momento deve però guidarli per trasformare tali molteplici apporti in contributi validi per l’apprendimento proficuo ed efficace di ciascuno. Ciò implica molta flessibilità, nello selezionare, scegliere o strutturare lo strumento migliore. Soprattutto – ma non certo solamente – per quanto riguarda
le discipline di studio, ad esempio, lo stile cognitivo di un alunno con DSA esigerà modalità rappresentative, sintetiche o di consolidamento che saranno completamente diverse rispetto ad un alunno con un altro approccio ai contenuti. Così, una mappa concettuale che alla maggior parte della classe può risultare facilitante e d’aiuto per la schematicità con cui ripropone le conoscenze apprese, potrebbe risultare estremamente difficile da comprendere e da memorizzare per alunni dislessici che la sentirebbero forse “lontana” dal loro modo di rappresentare i concetti quando non addirittura “ostacolante” rispetto allo spontaneo fluire delle loro concatenazioni mentali. Il compito del docente che, dopo aver studiato, riconosciuto e compreso l’approccio di ciascuno dei suoi alunni, dovrà essere in grado di predisporre, proporre e impostare lo strumento più idoneo al loro stile di apprendimento, emerge quindi in tutta la sua delicatezza e, nel contempo, preziosità.
Consiglierei, a questo riguardo, di seguire i video esplicativi di W LA DISLESSIA:
Perchè e come costruire una mappa?
La mappa serve quindi a “supportare lo stile di apprendimento” ed è utile ad ambedue le parti in causa: per i docenti costituisce un mezzo che ottimizza la tipologia e la quantità di contenuti da introdurre e che consente di impostare con efficacia metodologica le lezioni, per l’intera classe o per parte di essa;
per gli alunni funge da strumento compensativo, facilitatore e riassuntivo di quanto appreso. La mappa è allora da considerare un vero e proprio alleato per lo studio, capace di guidare il pensiero da esprimere.
Ma in autonomia, a casa… come possiamo procedere per costruire una mappa? Attraverso poche fasi, in realtà, da seguire però con attenzione.
- Individuare un’idea centrale, attorno alla quale organizzare tutte le informazioni che abbiamo raccolto, riassunta in una o poche parole-chiave.
- Trovare altre parole-chiave collegate all’idea centrale della nostra mappa, leggendo il testo ed eventuali appunti.
- Posizionare le parole-chiave intorno all’idea centrale ed osservare sè alcune parole possano essere eventualmente raggruppate.
- Completare la mappa con frecce che per collegare l’idea centrale alle parole-chiave che ad essa si legano.
In tutto questo, procedere per livelli non è obbligatorio ma può aiutare: si possono inserire le informazioni più importanti a un primo livello, vicino all’idea centrale; le più dettagliate, poi, a un secondo livello collegate con una freccia alle parole-chiave da cui dipendono.
Creare mappe con le nuove tecnologie
oramai molti sono i software, a pagamento od open source, che permettono la creazione di mappe mentali e concettuali, di cui si può fruire online gratuitamente.
Ecco i link ad alcuni, che offrono possibilità diverse e seconda delle esigenze professionali:
https://www.mindjet.com/mindmanager/
https://miro.com/it/mappa-mentale/
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